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Piatti Tipici

Curiosità e Ricette

PESCHE AL RUCHE’

Ingredienti:

Pesche, Vino Ruché DOCG, Zucchero

 

Procedimento

Pelare le pesce e tagliarle a tocchetti. A parte preparare una miscela di vino Ruché e zucchero, aggiungere le pesche e lasciare macerare in frigorifero per almeno 3-4 ore. Questo piatto, nell’edizione 2006 del Festival delle Sagre è stato scelto dall’associazione ALMA come miglior dolce per l’attenzione rivolta alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.

TRACCIABILITA’

Le pesche provengono da diverse coltivazioni di aziende agricole della regione Bonina (Fraz. di Refrancore). Il tipo di frutto da noi utilizzata, qualità Elberta fa parte della categoria tardiva che matura tra fine agosto e inizio settembre; si presenta con buccia vellutata e liscia, è a pasta gialla e consistente, facilmente separabile dal nocciolo.

TRACCIABILITA’

Le pesche provengono da diverse coltivazioni di aziende agricole della regione Bonina (Fraz. di Refrancore). Il tipo di frutto da noi utilizzata, qualità Elberta fa parte della categoria tardiva che matura tra fine agosto e inizio settembre; si presenta con buccia vellutata e liscia, è a pasta gialla e consistente, facilmente separabile dal nocciolo.

 

Il vino Ruché è prodotto dalla Cantina Sociale di Castagnole Monferrato Società Cooperativa di Coltivatori Castagnolesi. Il presente lotto viene vinificato appositamente per la Pro Loco di Castagnole Monferrato. Il vino di colore rosso rubino più o meno carico, talvolta con riflessi tendenti all'aranciato, ha un profumo particolarissimo, complesso, intenso e lievemente aromatico, con note floreali e speziate talvolta con sentori di frutti di bosco e marasca; al sapore risulta asciutto, armonico e gradevolmente morbido, con buona persistenza aromatica.

ACCIUGHE CON BAGNET

Ingredienti:

Prezzemolo, Aglio, Conserva, Aceto di vino rosso, Mollica di pane, Acciughe

 

Procedimento

Tritare finemente a mano con la mezzaluna il prezzemolo, l’aglio, alcuni filetti di acciuga e la mollica di pane bagnata nell’aceto. Aggiungere la conserva, quindi unire l’olio a filo sino ad ottenere una salsa fluida ma non slegata. Salare e lasciare riposare per almeno un’ora. Nel frattempo lavare accuratamente con acqua e aceto le acciughe, asciugarle e diliscarle. A questo punto mettere i filetti di acciuga così puliti a marinare nella salsa per almeno 24 ore.

La salsa è realizzata secondo l’ottocentesca tradizione piemontese utilizzata anche in abbinamento ai bolliti misti per il suo inconfondibile sapore rustico e deciso. Nell’usanza delle famiglie castagnolesi, le acciughe con bagnet vengono servite come antipasto nei giorni di festa e gustate tra i filari durante il periodo di vendemmia accompagnate con grissie di pane.

TRACCIABILITA’ 

Il prezzemolo e l’aglio utilizzati dalla Pro Loco sono coltivati dall’azienda agricola di Bocciognone Giovanna di Castagnole Monferrato.

Per la conserva si utilizzano pomodori prodotti dalla famiglia Cerrato di Asti: il prodotto è stato insignito del marchio De.C.O. in seguito ad un progetto di ricerca sulla rivalutazione agronomica attivato dal comune di Asti in collaborazione con la Facoltà di Agraria.

 

Le acciughe provengono dal laboratorio Di Leo in Sciacca. Sono state pescate nelle acque del Mar Mediterraneo nel mese di aprile 2009 e lavorate sotto sale. Commercializzate dalla ditta Alex S.n.c. di Priocca d’Alba.

 

CURIOSITA’

 

Il prezzemolo (Petroselinum Hortense) era ben conosciuto dal popoli antichi, soprattutto Greci e Romani i quali ne facevano un uso completamente diverso. I Greci erano soliti portare in testa ciuffetti di questa pianta quando partecipavano ai banchetti convinti che desse allegria e stimolasse appetito.

I Romani, invece, lo usavano per adornare le tombe dei loro congiunti. Una tradizione che rimase viva fino al Medioevo.

Dagli Etruschi era considerata pianta magica perché nasceva spontanea nei luoghi alti delle città e veniva usata con altre sostanze animali per comporre un unguento che faceva miracoli. Dal Medioevo l’erba divenne abituale in cucina e da qui il motto essere come il prezzemolo, ad indicare qualcosa o qualcuno che si trova dappertutto.

Ai giorni nostri, il prezzemolo viene largamente impiegato per ornare numerose pietanze, sia cotte che crude e per insaporire salse e ripieni.

 

E’ una pianta biennale da cui si traggono foglie almeno per 18 mesi; si coltiva molto bene in vaso o in giardino. Ne esistono due varietà: quello a foglia riccia, coltivato soprattutto in Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Australia, e quello a foglia liscia, o prezzemolo comune, largamente usato in Italia. Tutta la pianta emana un piacevole aroma.

Il prezzemolo è ricco di sali minerali, tra cui il Ferro e di Vitamine A, B, C e K. Stimola l’appetito e la digestione, è considerato diuretico e depurativo, nonché antianemico.

 

 

Sale e acciughe, insieme, hanno passato le montagne quando, secondo la tradizione, un contrabbandiere pensò di nascondere il minerale soggetto a pesanti gabelle sotto il pesce azzurro. Da lì sono nate le acciughe salate, che tanta parte hanno nella gastronomia ligure e in quella piemontese, e il legame sempre più stretto tra il mare e le montagne.

L’acciuga fa parte dei ricordi di tutti noi, quanto meno di tutti coloro che sono vissuti nelle nostre campagne. Questo pesce che, grazie alle sue modalità di conservazione ha creato un’economia nell’entroterra, rappresenta nel nostro immaginario anche un contesto culturale, sociale, storico fatto di poesia. L’acciuga era, per molte famiglie contadine fino al dopoguerra, la speranza di integrare il pasto misero, fatto abitualmente solo di polenta.

 

L’anciuìe è il venditore ambulante di pesce di mare. Le origini di questo mestiere sono molto antiche, ma nessuno sa con precisione quando abbia avuto inizio. Alcuni raccontano che un bottaio, recatosi a lavorare in Liguria, avrebbe fatto ritorno con un paio di botti piene di acciughe, rivendendole lungo la strada e rendendosi conto che quel tipo di commercio sarebbe stato redditizio.

 


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